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INTERVISTA PER SIR K MAGAZINE

Sir K è un Magazine Inglese fatto da insegnanti e studenti di tutto il mondo per aiutare le persone che parlano inglese a migliorare le loro qualità linguistiche. Il fondatore di questa rivista è Kris Hagan che dopo anni di esperienze nel campo delle lingue, con il suo Kris Hagan- Language Institute, e dell’intrattenimento ha deciso di dare un servizio extra per i suoi clienti creando questa rivista e offrendola gratuitamente a tutti.

Trovate l’intervista originale a questo link http://www.sir-k.com/, da cui potete scaricare la rivista completa.

Qui sotto invece trovate l’intervista completa in italiano.

TINKU POGGI: IL PROGETTO SOLIDALE DI POGGI PELLETTERIA

Tinku Poggi è un imprenditore italiano nato nel Bihar, una delle regioni più povere dell’India. Dopo essere tornato in India, ha deciso di sviluppare un’idea di imprenditoria basata sullo sviluppo del benessere sociale. Ha creato Poggi Pelletteria, il suo marchio di Pelletteria Solidale, che svolge gran parte della propria produzione in India, per contribuire allo sviluppo del benessere sociale del Paese. Attraverso questa attività tipologia di commercio Poggi Pelletteria si propone di garantire ai propri artigiani condizioni di vita che hanno alla base la tutela della salute, il benessere, un salario dignitoso, e il divieto dello sfruttamento del lavoro minorile.

Ciao Tinku e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Dove sei in questo momento?
Ciao Sir K, grazie per questa grande opportunità. In questo momento mi trovo in India, precisamente a Patna, la mia città natale.

Ti trovi lì per lavoro?
Sì, sono qui per lavoro. Sto organizzando l’ampliamento del laboratorio, oltre a seguire la produzione della nuova collezione e a proseguire nella ricerca di nuovi prodotti…

Tuttavia c’è anche una ragione personale, sto per sposarmi con una ragazza indiana!

Vorremmo parlare del tuo lavoro per l’etica che c’è dietro. Puoi dirci qualcosa a riguardo?
Poggi Pelletteria adotta un modello imprenditoriale improntato allo Sviluppo del Benessere Sociale. Penso che l’Imprenditoria possa essere un canale importante per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati nei Sustainable Development Goals.

Poggi Pelletteria ha una missione solidale. Parlaci di più.
L’obiettivo del modello di Imprenditoria Solidale, che Poggi Pelletteria persegue, consiste nell’investire nel settore artigianale, offrendo un prodotto di elevata qualità, e successivamente devolvere parte dei profitti in progetti di Cooperazione Internazionale al fine di migliorare la Sanità, l’Istruzione e le condizioni di vita in generale, nel paese dove avviene la produzione, che nel caso di Poggi Pelletteria è l’India, il mio paese di origine.

Ovviamente quest’idea non deve essere per forza applicata al settore artigianale ma può essere applicata in tutti i settori, l’aspetto importante è l’uso che si fa dei profitti.

Quando ti è venuta quest’idea?
Iniziai a prendere in considerazione l’idea di fare qualcosa di “grande” per ricambiare la fortuna che avevo ricevuto dal Destino quando ritornai in India per la prima volta, 11 anni dopo l’adozione. Secondo me la fortuna più grande che “Noi” occidentali e benestanti abbiamo è quella di indirizzare la nostra vita verso la strada che vogliamo.

Decisi così che la mia vita avrebbe avuto senso solo se avessi potuto dare questa possibilità anche ad altre persone.

Tuttavia, per poter perseguire al meglio questo obiettivo, era necessario che ampliassi le mie conoscenze; decisi così di iniziare l’Università…

E’ stato proprio nell’ultima fase di studi universitari che ho avuto l’idea di creare un’attività imprenditoriale che promuovesse lo Sviluppo del Benessere Sociale.

L’idea dietro al tuo progetto è strettamente collegato alla tua storia personale, che è davvero piena di eventi. Sei nato in India e quando avevi 7 anni la tua vita è cambiata drammaticamente, quando hai deciso di lasciare la tua casa e iniziare a vivere su un treno, facendo pulizie in cambio di soldi. Quali sono le ragioni dietro a una decisione così grande? Eri un bambino ed è difficile per noi anche solo immaginare qualcosa del genere.
Non so bene come abbia trovato il coraggio, a 7 anni, di lasciare casa e andarmene fino alla stazione, dopo una mezza giornata di cammino, e prendere il primo treno per andare verso l’ignoto… Probabilmente ero arrivato a un punto della mia vita in cui tornare a casa mi faceva più paura che vagabondare senza meta…

Quali sono i tuoi ricordi del periodo?
Quando avevo 5 anni mia mamma morì e dopo la sua dipartita rimasi da solo con mio padre e due fratelli più piccoli di me. A pochi mesi dalla morte di madre, mio padre si sposò nuovamente. Anche i miei due fratelli più piccoli morirono, non so bene se di malattia o denutrizione o entrambi.

La mia matrigna non era molto “amorevole” con me e spesso mi picchiava senza particolari ragioni e con false accuse… Ricordo che una volta mi legò alla porta che divideva la camera dalla sala-cucina e iniziò a lapidarmi con i sassi…

Dopo aver vissuto in un orfanotrofio di Delhi per 3 anni sei stato adottato da una famiglia Italiana. Quale è il tuo primo ricordo dell’Italia?

Il mio primo ricordo che ho dell’Italia è la delusione che provai nello scoprire che la mia nuova casa era un appartamento e non l’intero palazzo di 17 piani in cui si trovava l’appartamento!

LOL! Magari in futuro! E’ stato difficile imparare la lingua e integrarsi nella comunità Italiana?
Non ho trovato grosse difficoltà nell’imparare la nuova lingua. Ricordo che già all’orfanotrofio, una volta saputo che sarei stato adottato da una famiglia italiana, mi misero insieme ad altri bambini, che avrebbero avuto il mio stesso destino, a imparare l’italiano con il maestro Hasmukh, che faceva volontariato lì un paio di volte al mese. Inoltre, mia mamma mi mise sotto con lo studio della nuova lingua già mentre ci trovavamo ancora in India, pochi giorni dopo il nostro incontro. Arrivai in Italia in estate, a luglio, e mi madre mi mise sotto con un programma di studio super serrato sia dell’italiano che di altre materie poiché ci teneva a mandarmi a scuola preparato. Ci misi 3 mesi per imparare l’italiano a un buon livello.

Hai mai avuto esperienze infelici dovute al fatto che non fossi Italiano?
Mi è capitato diverse volte di vivere delle situazioni spiacevoli per via del fatto che non sembro Italiano. Un episodio in particolare che mi ricorderò per sempre è di quando avevo 13-14 anni. Stavo tornando a casa dopo aver giocato a calcio con gli amici e una signora che si trovava davanti a me, vedendomi, iniziò ad affrettare il passo. Io non avevo le chiavi con me e per non citofonare da lontano diedi voce alla signora di aspettarmi prima di chiudere la porta ed affrettai il passo…

Lei invece che aspettare mi chiuse la porta in faccia e io rimasi scioccato da questo gesto. Ero in pantaloncini e maglietta ed ero magro come un grissino, non riuscivo a capire come potessi essere un pericolo…

A quale età sei tornato per la prima volta a visitare l’India? Quale è stata la tua reazione?
Sono ritornato per la prima volta in India nell’ottobre del 2013, quando avevo 21 anni. La realtà che vidi al mio ritorno in India mi sopraffece: la povertà dilagante mi dilaniava il cuore, la paura, il dolore e il senso d’impotenza mi straziavano l’anima e l’oscurità mi stava avvolgendo. La responsabilità che sentivo nei confronti di tutte quelle persone povere, specialmente dei bambini, che incontravo sembrava un fardello troppo pesante da sopportare…

Cosa ricordavi della tua infanzia prima di tornare lì? Potevi ancora parlare la tua lingua d’origine?
Mi ricordavo principalmente queste cose: la mia casa si trovava vicino al fiume Gange; ero originario di Patna e tramite alcuni documenti dell’orfanotrofio avevo scoperto il nome del quartiere in cui abitavo, Alamganj; mio padre si era sposato tre volte. Quando sono ritornato ormai non sapevo più parlare Hindi da tantissimi anni; le poche parole che mi ricordavo erano Ghar(Casa), Kutta(Cane) e Tar(Filo Elettrico).

Puoi parlarci riguardo il tuo Progetto “Zaino in Spalla”?

“Zaino in Spalla” è il primo Progetto Solidale che ho avviato. Con questo Progetto mi pongo l’obiettivo di donare Zaini con materiale scolastico di prima necessità ai bambini bisognosi in India. A livello simbolico ho indicato, nella locandina del Progetto, che dono uno Zaino ogni 7 prodotti venduti. Nella realtà gli zaini donati sono molti di più rispetto alla proporzione 7×1…

Quale è la ragione che ti ha portato a focalizzarti sull’area scolastica per il tuo primo progetto solidale?
Durante il mio periodo all’Università di Firenze avevo fatto diversi studi sui problemi sociali presenti in India e avevo individuato tre settori principali in cui l’India è estremamente carente: la Sanità, la Diseguaglianza di Genere e l’Istruzione. Io sono convinto che mettendo il focus sul miglioramento dell’Istruzione si possa creare una “reazione a catena” positiva che possa poi portare alla risoluzione di tutti gli altri problemi.

Che risultati hai raggiunto con “Zaino in Spalla”?
Per il momento con il progetto “Zaino in Spalla” sono riuscito a donare 320 zaini e 400 astucci con materiale scolastico di prima necessità.

Come è la tua relazione con l’India adesso?
Con l’India ho un rapporto di Amore e Odio, è un paese davvero molto complicato da comprendere. Dell’India amo la bellezza dei paesi, i suoi colori, la sua cultura e la sua storia millenaria, il sorriso dei bambini e la forza e l’incredibile dignità che molte persone dimostrano anche nelle situazioni più disperate. Odio, invece, la sporcizia, il poco rispetto per l’ambiente, la corruzione diffusa a ogni livello, il sistema delle caste, lo sfruttamento dei bambini, l’estrema povertà contrapposta all’estrema ricchezza e tanto altro…

Dove ti senti a casa?
Nonostante sia nato in India e per diverso tempo ne abbia sentito un’incredibile mancanza, adesso sento dal profondo del cuore che la mia casa è l’Italia. Sono stati proprio i tanti viaggi fatti in India e la mia immedesimazione piena nella vita indiana e nella sua cultura a farmi capire che la mia casa è l’Italia.

Hai un negozio online (www.poggipelletteria.com) e hai recentemente aperto il tuo primo negozio a Milano. Come sta andando?
Sono passati 2 anni da quando ho creato il sito poggipelletteria.com, è stato un processo di crescita costante da allora ad adesso. All’inizio è stato molto difficile perché ero un marchio nuovo e perché vendevo solo online, per cui è stato molto difficile raccogliere la fiducia di chi non mi conosceva. L’apertura del negozio è stato davvero un passo molto importante poiché, finalmente, posso farmi conoscere di persona da tutti e le persone possono avere, così, l’opportunità di vedere dal vivo i miei prodotti e comprendere al meglio la genuinità del mio progetto e la qualità dei prodotti che offro. Ho aperto il negozio a Dicembre in via Millelire 22, a Milano, e nonostante il periodo non sia dei migliori per il commercio, sono molto felice poiché tutte le persone che sono passate a fare acquisti o anche solo a vedere i prodotti esposti sono rimasti entusiasti dalla bellezza di questa mia piccola boutique.

Cosa puoi dirci riguardo i tuoi prodotti?
Riguardo ciò posso dire che è stato davvero difficile raggiungere la qualità ottenuta nei prodotti che adesso sono disponibili per il pubblico. Prima di avviare l’attività, ho iniziato prendendo tanti campioni da diversi produttori indiani e di quasi nessuno di essi ero soddisfatto. Sono riuscito, poi, a trovare un produttore che ha soddisfatto le mie richieste ed ho così sviluppato un rapporto di lavoro forte con lui. Nel mentre mi sono attivato anche per mettere in piedi un mio laboratorio in India, che è gestito da un mio cugino artigiano, che ha una bravura incredibile, e da alcune altre persone che lavorano supervisionati da lui. Gli zaini che doniamo sono prodotti direttamente in questo laboratorio e anche diversi prodotti di pelletteria che vendiamo sono prodotti in questo laboratorio. Alla linea indiana ho, inoltre, affiancato una linea di borse fatte in Italia, a Firenze, da produttori che lavorano anche per marchi importanti. Grazie a questa filiera corta riesco ad offrire dei prodotti di grande qualità, che non hanno niente da invidiare a molti grandi brand, a un prezzo accessibile.

Perché una persona dovrebbe scegliere Poggi Pelletteria rispetto agli altri grandi brand?
Scegliere di affidarsi a Poggi Pelletteria anziché ad altri grandi brand significa scegliere la Qualità a buon prezzo! Scegliere di affidarsi a Poggi Pelletteria significa scegliere di credere in un Domani migliore e di essere Solidali!

Quali piani hai per il futuro?
Per il futuro ho davvero tanti piani in cantiere… Sono una persona che sogna molto e pianifica in grande e a lungo termine, tuttavia sono anche molto concentrato sul presente e sono molto realista, anche e soprattutto grazie al supporto e alla guida costante dei miei genitori. Quello che posso dire è che a livello personale vorrei essere un “ponte” tra India e Italia per riuscire a creare una cooperazione reciproca sia a livello umanitario e culturale, sia a livello economico.

Per quanto riguarda invece la mia attività, vorrei riuscire con essa a supportare lo studio di più bambini possibili e riuscire in futuro a costruire una casa famiglia, che faccia anche da scuola, dove accogliere gli orfani. L’unico modo per riuscire a raggiungere questi obiettivi è che io mi impegni al massimo per offrire prodotti sempre migliori affinché sempre più persone possano essere coinvolte in questo mio progetto. Vorrei che le persone si rendano conto che anche con la scelta dell’azienda da cui acquistano i prodotti, per le loro esigenze o per i loro “sfizi”. possono contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo. Io invece vorrei migliorarmi sempre di più per essere all’altezza delle aspettative delle persone che scelgono o sceglieranno di supportarmi.

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